giovedì 2 giugno 2011

SIAE: Affidato ad un novantenne il futuro della musica italiana

Gian Luigi Rondi, classe 1921, nominato Commissario Straordinario della SIAE.

Lo scorso marzo l’attuale governo in carica, su proposta del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del Ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, ha nominato Gian Luigi Rondi Commissario Straordinario della SIAE, a seguito delle dimissioni del presidente Giorgio Assumma nel dicembre 2010. La notizia è stata fatta passare sottotono, senza particolari clamori. Ma Gian Luigi Rondi, critico cinematografico e attuale presidente dell’Ente David di Donatello e del Festival internazionale del film di Roma, il prossimo 10 dicembre compirà 90 anni. Voci di indignazione si sono levate da chi si aspettava dalla SIAE una svolta nella propria gestione, per risolvere le nuove sfide legate al diritto d’autore nel tempo della rete e del web. In questo modo si è messo alla guida dell’ente una persona che probabilmente non ha mai messo gli occhi davanti allo schermo di un computer e che potrebbe non aver perfettamente chiaro il significato di mp3, file sharing e social network. Le prime critiche sono state mosse da Alessio Croppi, critico cinematografico e responsabile cultura di FLI: “Un Commissario nato prima dell'invenzione del vinile non può essere in grado di affrontare i problemi del diritto d’autore nell’epoca di internet e delle nuove tecnologie. Questo vuol dire che il lavoro verrà affidato ad un oscuro funzionario che risponderà a chissà quali interessi”. Quel riferimento all’oscuro funzionario non è piaciuto alla SIAE, che ha replicato con il Direttore Generale Gaetano Blandini: “Rondi è attivo e pronto a prendere tutte le decisioni che riterrà necessarie, aiutato da due sub-commissari, il professor Mario Stella Richter e l'avvocato Domenico Luca Scordino. Inoltre la legge sul diritto d’autore è regolata da una legge dello Stato ed eventualmente il compito di rivederla, alla luce delle nuove sfide imposte dalle tecnologie e dal mercato, spetta al Parlamento della Repubblica”. Entro il 31 dicembre del 2011, il nuovo commissario e i suoi due sub-commissari dovranno provvedere alla riforma dello Statuto, del Regolamento Generale della società e del regolamento elettorale. Nonché approvare il bilancio e avviare il piano messo a punto in questi mesi da Blandini per rilanciare la SIAE.

Abbiamo criticato la SIAE diverse volte su questo blog, ma l’ente non perde occasione per offrirci nuovi spunti per ulteriori critiche. La SIAE oggi conta 90.000 iscritti di cui solo circa 1.500 incassano più di 15 mila euro l’anno. Abbiamo duramente criticato la norma dell’ottobre 2006, che qualcuno ha ribattezzato “L’infame sorteggio”, con la quale si determinava una nuova metodologia per la ripartizione dei diritti d’autore per ciò che riguarda i cosiddetti “concertini”. Questa norma, di cui noi chiediamo la cancellazione, ha nel concreto penalizzato economicamente i piccoli autori e i piccoli editori musicali, il tutto a beneficio dei soliti grandi nomi (vi invito a leggere il nostro articolo in merito La SIAE e la ripartizione dei diritti d’autore). Ma questa è solo la punta dell’iceberg, il tema sul quale conduciamo da tempo la nostra principale battaglia. Per il resto la SIAE, storica Società Italiana degli Autori e degli Editori legata al Ministero dei Beni culturali, galleggia tra problematiche economiche, tecnologiche e culturali. Tanto da essere accusata anche dalla Lega Nord (attualmente forza di governo) di essere l’ennesimo carrozzone italiano, con i suoi 1.400 dipendenti e più 600 agenti mandatari, con un deficit che rischia di diventare strutturale (si parla di cifre intorno ai 3 milioni di euro), nonostante gli oltre 600 milioni di euro raccolti ogni anno in diritti d’autore. Per questi motivi ci aspettavamo delle scelte strategiche importanti, scelte che continuano a non essere fatte. Oltre alla SIAE, ci permettiamo di criticare anche Gian Luigi Rondi. All’atto della sua nomina, egli ha commentato: ”Ho accettato per amore della cultura”, ma secondo noi proprio per amore della cultura avrebbe dovuto rifiutare l’incarico e lasciare il suo posto ad un giovane, non dico trentenne, ma almeno quarantenne. È oramai chiaro che la classe dirigente gerontocratica italiana non si occupa di altro che dare poltrone ai suoi coetanei, dai settanta anni in su. Rondi, già presidente dell’Ente David di Donatello e già presidente del Festival internazionale del film di Roma, poteva accontentarsi delle sue due poltrone e risparmiarci di occupare, a 90 anni, quella della SIAE, strategica per la cultura del nostro Paese.

Riportiamo alcune tappe della storia della comunicazione legate alla vita di Rondi pubblicate sul sito http://www.thedailyweek.it/ , divertente, ma non troppo:
Gian Luigi Rondi è nato nel 1921.
Quando nacque l’URI, Unione Radiofonica Italiana, nel 1924, Rondi aveva 3 anni.
Quando la RAI ha iniziato a trasmettere, nel 1954, Rondi aveva 33 anni.
Quando nacque RAI 2, nel 1961, Rondi aveva 40 anni
Quando nacque ARPANET, antenato di internet, nel 1969, Rondi aveva 48 anni.
Quando nacque RAI 3, nel 1979, Rondi aveva 58 anni.
Quando nacque il WEB, nel 1991, Rondi aveva 70 anni (!)
Quando nacque Video On Line, nel 1993, Rondi aveva 72 anni.
Quando nacque Google nel 1998, Rondi aveva 77 anni
Quando nacque Sky Italia, nel 2003, Rondi aveva 82 anni.
Quando nacque Youtube, nel febbraio del 2005, Rondi aveva 84 anni.
Quando nacque l’iPhone, nel 2007, Rondi aveva 86 anni.
Il 2 marzo 2011 Steve Jobs presenta l’iPad 2, il giorno dopo, in Italia, Gian Luigi Rondi, all’eta di 89 anni, viene nominato Commissario Straordinario della SIAE.

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mercoledì 1 giugno 2011

Dischi: HIROSHIMA MON AMOUR – Quinta stagione

Dignità di un gruppo.
Pensavo che gli Hiroshima Mon Amour fossero incapaci di cambiare. Sin dall’inizio il loro suono è stato ancorato ad un post-punk che pescava a piene mani negli anni ’80, Joy Division, The Cure e Diaframma in primis, lasciando poco spazio all’improvvisazione e alla contaminazione. Molti cambi di formazione nel corso degli anni non hanno mai spostato quel baricentro, quello della “new wave a tutti i costi”, il cui tratto distintivo è stato sin dagli esordi la voce acre e monocorde di Carlo Furii, che ha sempre mantenuto le debite distanze da quel che è comunemente considerato “il bel canto”. Cambia tutto con questo Quinta stagione, nuovo capitolo della discografia HMA dopo i precedenti Anno Zero, Dedicata, l’antologia di inediti Cambio 1995-2001 e il live Embryo. E non parlo delle due tracce poste agli estremi del disco, ruvida elettronica gotico-industriale (l’amico elvetico Sacha Rovelli, aka Icydawn, al sintetizzatore) cui gli HMA già ci avevano abituato in passato grazie ad episodi come Nemesi, Embryo o Prophecy, ma parlo di tutto il resto. Gli HMA adesso suonano disinibiti, con il gusto di farlo e di misurarsi con altri linguaggi, di sperimentare senza pesanti fardelli sulle spalle (leggi “il fantasma di Ian Curtis”). Il loro suono ora si sporca rotolandosi nel punk (Finzioni), nel blues (Domani è un altro giorno) e c’è persino un ritmo "disco" in Polizia delle passioni, ma qui oggi si suona soprattutto rock: tante, tantissime chitarre! Sono spariti i synth, che hanno lasciato il posto all’organo e al pianoforte (stupenda l’introduzione pianistica di Dignità di un uomo), Carlo Furii è più passionale nell’esternare le sue liriche. Emergono ricordi dei vecchi HMA in più di un episodio, soprattutto nei pezzi lenti come L’Europa dopo la guerra e Bacio francese, ma anche qui il tutto si dipana con un “mood” più caldo e intenso. I testi sono molto evocativi, come nella migliore tradizione HMA, con qualche apparente (e sottolineo apparente) leggerezza in più, che conferisce una maggiore freschezza ai brani, in perfetta sintonia con la musica. Questo Quinta stagione è un disco maturo, coraggioso e che merita rispetto. Sicuramente deluderà qualche fan della prima ora che avrebbe preferito la band riproponesse il medesimo “clichet” darkwave, ma i cambiamenti, si sa, passano attraverso percorsi incerti e a volte dolorosi, cui però i nostri paiono ben disposti, per sé stessi e per la loro dignità di artisti.


Artista: Hiroshima Mon Amour
Titolo: Quinta stagione
Formato: cd album
Anno: 2011
Etichetta: Danze Moderne
Stile: new wave, rock

Tracklist:
1. Angoscia
2. Non lasciarmi andare
3. Madonna
4. Dignità di un uomo
5. Finzioni
6. Bacio francese
7. Polizia delle passioni
8. Luci di Atri
9. Come ogni notte
10. Domani è un altro giorno
11. L’Europa dopo la guerra
12. D’amore non si muore

Formazione:
Carlo Furii: voce, tastiere
Domenico Capriotti: basso
Danilo De Berardinis: chitarre
Salvatore Palmisio: batteria
Sergio Tancredi: pianoforte

ospiti
Icydawn: elettronica
Siberia: voce in “Angoscia”
Marcello Malatesta: cori


Collegamenti:
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