lunedì 2 settembre 2013

Dischi: Stardom – Danze illiberali

Danze moderne, danze illiberali, danze new wave.
E' già da un paio di decadi che non possiamo più effettivamente parlare di “nuovi generi musicali”. Negli anni '60 c'erano il pop e il rock, nei '70 l'hard rock, il prog, l'elettronica tedesca, cui seguì il punk, la new wave, l'heavy metal e infine la house music, forse l'ultima vera innovazione nel capo delle sette note. All'inizio del nuovo millennio, con la fine del supporto fisico e la musica che comincia liquidamente a muoversi tra un computer e l'altro in formato mp3, il rock è veramente morto e ognuno si è sentito libero di seguire le sue passioni più o meno retrò, la sua nicchia, senza più lo spasmo per l'attesa della “new big thing” imposta dal mercato (d'oltremanica), come accadeva, ad esempio, negli anni '70 e '80. Quindi non ci si meraviglierà se, nel nostro Paese, un genere che aveva avuto il suo apice nel cuore degli anni '80, cioè la new wave italiana, gode di ottima salute anche ai nostri giorni ed ha la sua massima espressione in una band milanese che si fa chiamare Stardom.

Gli Stardom avevano già messo in chiaro le loro intenzioni con il primo album, il pluridecorato “Soviet della moda” (2010), dove il basso cavernoso, la batteria marziale, la chitarra liquida e la voce asettica, raccontavano che la dark-wave poteva ancora essere il veicolo dei disagi dell'uomo moderno. “Danze illiberali”, il secondo album, conferma l'ottima vena creativa della band e, anzi, qui viene particolarmente esaltata grazie ad una maggiore presa di coscienza dei propri mezzi: più gelidamente monolitico, più arrangiato, più sicuro di sé, il disco si ascolta tutto d'un fiato dalla prima all'ultima nota. Un totale di undici pezzi, un mosaico dove ogni tassello appare rigorosamente al suo posto, anche dove ospiti illustri hanno prestato il loro contributo (i Cineteca Meccanica in “Magazzini criminali”). Partiamo con i riferimenti? Diaframma, Joy Division, The Cure, Interpol e potremmo continuare ancora a lungo, ma esercizio inutile a mio avviso: la sintesi è che “Danze illiberali” è un gran disco, gli Stardom sono la migliore new wave band in giro in Italia, il rock è morto, viva il rock!

Artista: Stardom
Titolo: Danze illiberali
Formato: cd album
Anno: 2012
Etichetta: Danze Moderne
Stile: new wave, post punk

Tracklist:
1- Anna di notte
2- D'istinto
3- Attimi isterici
4- Basso consumo
5- Puzzle
6- Danze illiberali
7- Magazzini criminali
8- Vetroplastica
9- Diario d'inverno
10- Anni cannibali
11- Colonia penale

Formazione:
Riccardo “RCD” Angiolani: voce
Oliver Pavicevic: basso, cori
Antonio “Fafnir” Florita: chitarra, cori
Cristina “LaCrisi” Corti: tastiere/chitarra
Tullio Carleo: batteria

Discografia
Danze illiberali (cd album, 2012, Danze Moderne)
Soviet della moda (cd album, 2010, Danze Moderne)
Vetroplastica (singolo digitale, 2009, Tre Accordi Records)
United Forces of Phoenix vol. 2 (cd compilation, 2007, Nomadism Records)

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